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27 Maggio 2025

Formazione antincendio nuovo decreto: cosa cambia per te

Il Decreto Ministeriale del 2 settembre 2021 ha introdotto significative novità nella gestione della sicurezza antincendio e nella formazione degli addetti preposti a questo ruolo cruciale. Questo provvedimento, noto anche come "decreto GSA" (Gestione Sicurezza Antincendio), ridefinisce completamente gli obblighi formativi per gli addetti antincendio e stabilisce nuovi criteri per la gestione delle emergenze nelle attività lavorative. Le modifiche riguardano in particolare la periodicità degli aggiornamenti, i requisiti per la predisposizione dei piani di emergenza e l'introduzione di specifiche misure per settori ad alto rischio come gli impianti di gestione dei rifiuti. Per i datori di lavoro e i responsabili della sicurezza aziendale, comprendere queste nuove disposizioni è fondamentale per garantire la conformità normativa e, soprattutto, per assicurare adeguati standard di sicurezza nei luoghi di lavoro. Xforma ti accompagna nell'implementazione di queste novità con percorsi formativi aggiornati e consulenza specializzata.

Le principali novità del decreto formazione antincendio

Il nuovo Decreto Ministeriale sulla gestione della sicurezza antincendio ha introdotto cambiamenti sostanziali che ogni azienda deve conoscere e implementare. Questo provvedimento, comunemente denominato "decreto GSA", ridefinisce completamente il quadro normativo relativo alla prevenzione incendi nei luoghi di lavoro, con particolare attenzione alla formazione degli addetti e alla gestione delle emergenze.

Tra le novità più rilevanti emerge l'obbligo di aggiornamento periodico per tutti gli addetti al servizio antincendio, che deve essere effettuato con cadenza quinquennale. Questo rappresenta un cambiamento significativo rispetto alla precedente normativa, che non specificava chiaramente la periodicità degli aggiornamenti, generando incertezze interpretative tra i datori di lavoro. La regolarità dell'aggiornamento formativo garantisce che il personale incaricato mantenga competenze sempre allineate con le migliori pratiche di prevenzione e intervento.

Il decreto ha inoltre ridefinito i livelli di rischio, passando dalla precedente classificazione (basso, medio, alto) a una nuova articolazione in tre livelli:

  • Livello 1: corrispondente alle attività classificate a rischio basso
  • Livello 2: equivalente alle attività a rischio medio
  • Livello 3: per le attività a rischio elevato

Questa nuova classificazione si riflette direttamente sui percorsi formativi, che vengono adeguati in termini di durata e contenuti in base al livello di rischio dell'attività. Per il livello 1, la formazione prevede un corso di 4 ore, per il livello 2 la durata sale a 8 ore, mentre per il livello 3 sono necessarie 16 ore di formazione, con un significativo approfondimento delle esercitazioni pratiche.

Un'altra innovazione fondamentale riguarda l'idoneità tecnica degli addetti antincendio. Il nuovo decreto stabilisce che gli addetti antincendio che operano in contesti classificati di livello 3 devono obbligatoriamente conseguire l'attestato di idoneità tecnica, rilasciato dal Comando dei Vigili del Fuoco territorialmente competente. Questo requisito si estende anche a specifiche attività, indipendentemente dal loro livello di rischio, come gli stabilimenti e impianti per il trattamento e lo stoccaggio dei rifiuti.

Il decreto formazione antincendio introduce inoltre importanti novità sulla designazione dei lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione. Il datore di lavoro deve identificare un numero adeguato di addetti, tenendo conto delle dimensioni dell'azienda, dei rischi specifici presenti e del numero di lavoratori contemporaneamente presenti. Questo approccio più flessibile permette una migliore calibrazione delle risorse dedicate alla sicurezza antincendio, superando le rigide indicazioni numeriche precedenti.

Per quanto riguarda i contenuti formativi, il nuovo decreto pone maggiore enfasi sulle esercitazioni pratiche, considerate essenziali per preparare adeguatamente gli addetti a gestire situazioni di emergenza reali. I corsi devono includere simulazioni di interventi con l'utilizzo di estintori, coperte antifiamma e altri dispositivi di protezione individuale, garantendo così una preparazione completa e pratica.

Requisiti e obblighi per la predisposizione dei piani di emergenza

Il nuovo decreto formazione antincendio ha rivoluzionato anche gli obblighi relativi alla predisposizione dei piani di emergenza, introducendo criteri più precisi per determinare quando tale piano risulta necessario. Secondo la normativa aggiornata, il datore di lavoro è tenuto a redigere un piano di emergenza in tre specifiche situazioni che meritano particolare attenzione.

La prima condizione riguarda la presenza di almeno 10 lavoratori all'interno del luogo di lavoro. Questo criterio numerico rappresenta una soglia chiara che permette alle piccole imprese di identificare immediatamente il proprio obbligo. Va precisato che il conteggio deve considerare tutti i lavoratori potenzialmente presenti, includendo anche quelli non dipendenti diretti ma che operano stabilmente nei locali dell'azienda, come consulenti o lavoratori di ditte esterne con presenza continuativa.

Il secondo caso in cui diventa obbligatorio il piano di emergenza riguarda i luoghi di lavoro aperti al pubblico dove possono essere presenti contemporaneamente almeno 50 persone. Questa disposizione si applica a una vasta gamma di attività commerciali e di servizio, dai negozi agli uffici pubblici, dalle strutture sanitarie ai locali di intrattenimento. La ratio di questa norma è evidente: dove si concentra un numero significativo di persone, potenzialmente non familiari con l'ambiente, diventa cruciale disporre di procedure chiare e codificate per gestire eventuali emergenze.

Infine, l'obbligo si estende a tutti i luoghi di lavoro che rientrano nell'allegato I al Decreto del Presidente della Repubblica n. 151 del 2011, ovvero quelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi da parte dei Vigili del Fuoco. In questa categoria rientrano numerose attività considerate a rischio specifico, indipendentemente dal numero di persone presenti.

Per quanto riguarda i contenuti del piano di emergenza, il decreto stabilisce requisiti minimi che devono essere rispettati. Il documento deve innanzitutto identificare con precisione le figure responsabili durante le emergenze, delineando una chiara catena di comando. Deve poi descrivere dettagliatamente le azioni che i lavoratori devono intraprendere in caso di incendio, specificando le procedure per l'evacuazione e per l'assistenza alle persone con esigenze speciali.

Un elemento fondamentale del piano è la planimetria, che deve illustrare chiaramente le vie di esodo, i punti di raccolta e l'ubicazione delle attrezzature antincendio. Questa rappresentazione grafica deve essere accompagnata da istruzioni scritte facilmente comprensibili anche in situazioni di stress.

Anche per le aziende che non rientrano nei casi sopra citati, il decreto non lascia margini di improvvisazione: sebbene non sia obbligatorio un piano di emergenza formale, rimane necessario adottare misure organizzative e gestionali da attuare in caso di incendio. Queste procedure semplificate devono comunque essere documentate e comunicate efficacemente a tutti i lavoratori.

Il piano di emergenza non è un documento statico, ma richiede aggiornamenti periodici, in particolare quando intervengono modifiche significative alle condizioni di lavoro, agli ambienti o all'organizzazione aziendale. La sua efficacia deve essere verificata attraverso esercitazioni periodiche, che consentono di testare le procedure e di familiarizzare i lavoratori con i comportamenti da adottare in caso di emergenza reale.

Adempimenti specifici per gli impianti di gestione rifiuti secondo il nuovo DM antincendio

Il nuovo decreto ministeriale antincendio dedica particolare attenzione al settore della gestione dei rifiuti, riconoscendone l'elevata specificità in termini di rischio incendio. Gli stabilimenti e gli impianti che effettuano attività di stoccaggio e trattamento rifiuti sono infatti soggetti a disposizioni particolarmente stringenti, che riflettono la complessità e la pericolosità potenziale di questi ambienti di lavoro.

La normativa prevede innanzitutto che la formazione degli addetti antincendio operanti in questi contesti debba necessariamente corrispondere al livello 3 (ex rischio alto). Questa classificazione si applica a tutti gli stabilimenti e impianti che effettuano operazioni di stoccaggio e trattamento dei rifiuti, sia che si tratti di recupero che di smaltimento. L'unica eccezione riguarda gli impianti che gestiscono esclusivamente rifiuti inerti, per i quali la valutazione del livello di rischio può seguire i criteri ordinari.

Un requisito fondamentale introdotto dal nuovo DM antincendio per questo settore è l'obbligatorietà dell'idoneità tecnica per gli addetti antincendio. Questo significa che tutti i lavoratori designati come addetti alla prevenzione incendi negli impianti di trattamento o stoccaggio rifiuti devono conseguire uno specifico attestato rilasciato dal Comando dei Vigili del Fuoco territorialmente competente. L'ottenimento di questa certificazione prevede il superamento di un esame pratico e teorico che verifica le competenze effettivamente acquisite dal candidato.

Le nuove norme tecniche di prevenzione incendi per questi impianti introducono anche specifiche per la progettazione e la gestione degli spazi. Particolare rilevanza assumono le misure relative alla compartimentazione delle aree di stoccaggio, alla predisposizione di sistemi di rilevazione precoce degli incendi e alla garanzia di adeguati spazi di manovra per i mezzi di soccorso. Questi requisiti progettuali sono particolarmente rigorosi per gli impianti con superficie superiore a 3.000 metri quadrati.

Il decreto stabilisce inoltre che i gestori di impianti di trattamento rifiuti debbano predisporre un piano di emergenza interno particolarmente dettagliato, che preveda scenari specifici legati alla tipologia di rifiuti trattati. Questo piano deve includere una mappatura precisa delle diverse aree di stoccaggio, con indicazione delle quantità e delle caratteristiche dei materiali presenti, per consentire interventi mirati in caso di emergenza.

Un aspetto innovativo della normativa riguarda l'obbligo di formazione specifica sulla gestione delle emergenze ambientali che possono derivare da un incendio in questi impianti. Gli addetti devono essere preparati non solo a fronteggiare l'incendio in sé, ma anche a gestire le potenziali conseguenze ambientali, come lo sversamento di acque di spegnimento contaminate o l'emissione di fumi tossici.

Per gli impianti esistenti, il decreto prevede un percorso di adeguamento che tiene conto delle specificità strutturali e organizzative. I gestori sono tenuti a effettuare una gap analysis rispetto ai nuovi requisiti e a pianificare gli interventi necessari per raggiungere la piena conformità.

La particolare attenzione rivolta agli impianti di gestione rifiuti nel nuovo DM antincendio riflette la crescente consapevolezza dei rischi specifici di questo settore, evidenziati da diversi incidenti significativi avvenuti negli ultimi anni. L'implementazione rigorosa di queste disposizioni rappresenta una sfida importante per gli operatori del settore, ma costituisce anche un'opportunità per innalzare gli standard di sicurezza in un comparto strategico per l'economia circolare.

Affrontare il nuovo decreto antincendio con il supporto di professionisti

L'implementazione delle novità introdotte dal decreto formazione antincendio richiede un approccio strutturato e competente. Le aziende si trovano davanti alla necessità di aggiornare non solo la formazione dei propri addetti, ma anche di rivedere i piani di emergenza e le procedure di gestione della sicurezza antincendio. Questo processo di adeguamento rappresenta un'opportunità per migliorare realmente la sicurezza nei luoghi di lavoro, andando oltre la semplice conformità normativa. Per affrontare efficacemente questa transizione, è fondamentale affidarsi a partner esperti nel settore della formazione sulla sicurezza. Xforma mette a disposizione corsi specifici sulla formazione antincendio completamente aggiornati secondo il nuovo decreto, oltre a servizi di consulenza per la predisposizione dei piani di emergenza e la gestione delle scadenze formative. Scopri i nostri corsi antincendio e assicura alla tua azienda una gestione della sicurezza conforme e realmente efficace.

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