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2 Luglio 2025

Lavori in ambiente confinato: rischi, normativa e formazione

I lavori in ambiente confinato rappresentano una delle attività a maggior rischio nel contesto della sicurezza sul lavoro. Si tratta di operazioni che avvengono in spazi caratterizzati da limitazioni di accesso e uscita, ventilazione naturale insufficiente e potenziale presenza di sostanze pericolose. Cisterne, pozzi, silos, tubazioni e condotte fognarie sono solo alcuni esempi di questi ambienti potenzialmente letali, dove la carenza di ossigeno e la difficoltà di comunicazione con l'esterno possono trasformare un intervento ordinario in un incidente grave o mortale. Per garantire la sicurezza dei lavoratori che operano in queste condizioni, la normativa italiana prevede obblighi formativi specifici e procedure rigorose. Conoscere a fondo cosa sono gli ambienti confinati, quali rischi comportano e come operare in sicurezza è fondamentale per qualsiasi azienda che gestisca personale impiegato in tali contesti.

Definizione e caratteristiche dei lavori in ambiente confinato

Cosa si intende esattamente con questa definizione? Nonostante la normativa italiana, incluso il Regolamento per la qualificazione delle imprese operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati (DPR 177), non fornisca una definizione univoca, possiamo fare riferimento agli standard internazionali per chiarire il concetto.

Un ambiente confinato è generalmente identificabile come uno spazio che presenta contemporaneamente queste caratteristiche fondamentali:

  • È un'area totalmente o parzialmente chiusa
  • Presenta aperture di dimensioni limitate che rendono difficoltoso l'accesso o il recupero di persone
  • Non è progettato per un'occupazione continuativa, ma viene utilizzato occasionalmente per specifiche attività lavorative
  • Offre una ventilazione naturale insufficiente o problematica
  • Può contenere o sviluppare atmosfere pericolose (gas, vapori tossici, carenza di ossigeno)

In sintesi, i lavori in spazi confinati riguardano tutte quelle operazioni svolte all'interno di aree circoscritte dove l'accessibilità è limitata, la ventilazione è scarsa e possono essere presenti sostanze pericolose. In queste condizioni, la comunicazione con l'esterno risulta difficoltosa e le possibilità di evacuazione rapida sono compromesse, aumentando significativamente il rischio di incidenti gravi o mortali.

La particolarità di questi ambienti risiede nella combinazione di più fattori di rischio che, interagendo tra loro, creano condizioni potenzialmente letali anche durante operazioni apparentemente semplici come ispezioni, manutenzioni o pulizie.

Identificazione degli spazi confinati: esempi pratici

Riconoscere correttamente gli spazi confinati è il primo passo fondamentale per garantire la sicurezza durante le operazioni lavorative. Alcuni ambienti sono facilmente identificabili come confinati per via delle loro evidenti limitazioni di accesso, scarsa ventilazione o presenza di agenti chimici potenzialmente pericolosi.

Tra gli esempi più comuni di spazi confinati immediatamente riconoscibili troviamo le cisterne, sia interrate che seminterrate o installate su autocarri. Questi contenitori, progettati per conservare liquidi o gas, presentano tipicamente aperture ridotte e possono contenere residui di sostanze pericolose. Anche le condutture fognarie rappresentano un classico esempio di ambiente confinato, caratterizzate da spazi ristretti, scarsa illuminazione e possibile presenza di gas nocivi generati dalla decomposizione di materiale organico.

Altri ambienti tipicamente classificati come confinati includono pozzi, tubazioni di vario genere e silos utilizzati per lo stoccaggio di granaglie o altri materiali. Questi ultimi presentano rischi particolari legati alla possibile formazione di atmosfere esplosive dovute alle polveri o alla carenza di ossigeno.

Esistono poi spazi che, a una prima analisi, potrebbero non sembrare confinati, ma che presentano caratteristiche tali da rientrare in questa categoria. Tra questi troviamo gallerie, fosse e trincee scavate nel terreno, vasche interrate o fuori terra utilizzate in processi industriali, e persino le stive delle imbarcazioni. Questi ambienti, pur essendo talvolta più ampi di quelli precedentemente citati, possono comunque presentare limitazioni nell'accesso e nell'uscita, ventilazione insufficiente o accumulo di sostanze pericolose.

La corretta identificazione di un ambiente confinato richiede quindi un'attenta valutazione non solo delle sue caratteristiche fisiche, ma anche dei potenziali rischi associati alle attività che vi si svolgono all'interno.

Normativa di riferimento per i lavori in spazi confinati

Il quadro normativo italiano relativo ai lavori in spazi confinati è costituito principalmente dal Decreto Legislativo 81/08 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro) e dal DPR 177, che stabilisce i requisiti per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati.

L'articolo 66 del D.Lgs. 81/08 fornisce indicazioni precise, stabilendo un divieto categorico di accesso dei lavoratori in pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e simili ambienti dove possano essere rilasciati gas deleteri, senza che sia stato preventivamente effettuato un risanamento dell'atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi idonei. La norma prevede inoltre che, in caso di dubbio sulla pericolosità dell'ambiente, i lavoratori debbano essere dotati di cintura di sicurezza, costantemente vigilati durante l'attività e, quando necessario, equipaggiati con dispositivi di protezione adeguati.

Un aspetto importante riguarda le dimensioni delle aperture di accesso a questi luoghi, che devono essere sufficientemente ampie da consentire il recupero agevole di un lavoratore privo di sensi. Specifiche tecniche su questo aspetto sono fornite nell'Allegato IV del D.Lgs. 81/08, mentre ulteriori dettagli sulle dimensioni dei passi d'uomo e delle aperture di accesso sono reperibili in diverse norme tecniche di settore.

Il DPR 177 integra queste disposizioni, introducendo requisiti specifici per le imprese che operano in tali ambienti, tra cui l'obbligo di presenza di personale con esperienza almeno triennale in questi lavori, nella misura non inferiore al 30% della forza lavoro impiegata. La normativa stabilisce inoltre l'obbligo di informazione e formazione specifica di tutto il personale coinvolto, inclusi i datori di lavoro, nonché l'addestramento all'uso corretto dei dispositivi di protezione individuale e delle attrezzature di sicurezza.

Formazione obbligatoria e addestramento per la sicurezza

La formazione rappresenta un elemento essenziale per garantire la sicurezza nei lavori in spazi confinati. Sia il D.Lgs. 81/08 che il DPR 177 stabiliscono chiaramente l'obbligo per i datori di lavoro di provvedere all'informazione, formazione e addestramento di tutti i lavoratori impiegati in queste attività ad alto rischio.

La peculiarità della formazione per i lavori in ambiente confinato risiede nella sua struttura, che deve necessariamente comprendere una parte teorica e una parte pratica. Durante la sessione teorica vengono illustrati i concetti fondamentali relativi agli ambienti confinati, i rischi specifici, le procedure di emergenza e le misure preventive da adottare. Vengono inoltre approfondite le normative di riferimento e le responsabilità di ciascuna figura coinvolta nelle operazioni.

La componente pratica, di fondamentale importanza, prevede la simulazione di interventi in spazi confinati, permettendo ai partecipanti di familiarizzare con le procedure operative in condizioni controllate. Durante queste esercitazioni, i lavoratori vengono addestrati all'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale di III categoria, con particolare attenzione ai sistemi anticaduta e ai dispositivi di protezione delle vie respiratorie.

È importante sottolineare che l'obbligo formativo non riguarda esclusivamente i lavoratori dipendenti, ma si estende anche ai datori di lavoro che intendono operare direttamente in questi ambienti e ai lavoratori autonomi. Questo approccio garantisce che tutte le figure professionali coinvolte possiedano le competenze necessarie per operare in sicurezza.

Sebbene le normative non specifichino in dettaglio i contenuti obbligatori dei corsi e la periodicità degli aggiornamenti, la prassi consolidata prevede che la formazione sia completa, specifica e costantemente aggiornata, considerando l'evoluzione delle tecniche operative e dei dispositivi di sicurezza disponibili sul mercato.

Operare in sicurezza negli ambienti confinati: un impegno quotidiano

La combinazione di spazi ristretti, potenziale presenza di atmosfere pericolose e difficoltà di accesso e comunicazione richiede un approccio rigoroso e sistematico. La corretta identificazione degli spazi confinati, la conoscenza approfondita della normativa e una formazione adeguata sono elementi imprescindibili per garantire la tutela dei lavoratori.

Le aziende che operano in questi contesti devono investire costantemente nell'aggiornamento delle competenze del proprio personale e nell'adozione di procedure operative sicure. Solo attraverso un impegno continuo è possibile ridurre significativamente i rischi associati a queste attività e prevenire incidenti potenzialmente fatali.

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