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29 Maggio 2025

Relazione microclimatica: valutazione e obblighi normativi

La relazione microclimatica rappresenta un documento fondamentale per tutte le aziende che devono valutare le condizioni ambientali nei luoghi di lavoro. Secondo il D.Lgs. 81/2008, il microclima è classificato come agente fisico e la sua valutazione è obbligatoria per garantire la sicurezza e il benessere dei lavoratori. Questa analisi permette di identificare eventuali situazioni di disagio termico o, nei casi più gravi, veri e propri rischi per la salute dei dipendenti esposti a condizioni ambientali severe. La corretta gestione del microclima aziendale non solo assicura la conformità normativa, ma contribuisce significativamente al miglioramento della produttività e del benessere organizzativo. Per le aziende di Portogruaro e del territorio circostante, comprendere come effettuare una valutazione microclimatica accurata diventa essenziale per implementare misure preventive efficaci e creare ambienti di lavoro salubri, in linea con le normative vigenti sulla sicurezza sul lavoro.

Metodologia per una corretta valutazione del rischio microclima

La valutazione del rischio microclima rappresenta un obbligo normativo imprescindibile per tutte le aziende. Il D.Lgs. 81/2008 include il microclima tra gli agenti fisici che necessitano di una valutazione approfondita, rendendo la relazione microclimatica un documento essenziale per la conformità legislativa. Nonostante l'importanza di questa analisi, il Titolo VIII del decreto non contiene un capo specifico dedicato al microclima, costringendo i professionisti a fare riferimento alla documentazione tecnica di settore e alle norme specifiche per adempiere correttamente a questo obbligo.

Il primo passo fondamentale nella metodologia di valutazione consiste nel determinare se l'ambiente in esame possa essere classificato come "moderato" o "severo". Questa distinzione è cruciale poiché influenza profondamente l'approccio valutativo e gli strumenti da utilizzare. Un ambiente moderato è quello in cui le condizioni microclimatiche possono causare discomfort ma non rappresentano un rischio diretto per la salute, mentre un ambiente severo può comportare veri e propri rischi per il benessere fisico dei lavoratori.

Il tecnico incaricato della valutazione deve quindi procedere con la raccolta di dati ambientali utilizzando una stazione microclimatica dotata di sonde specifiche. A seconda della tipologia di ambiente, verranno applicate normative diverse e calcolati indici specifici. Per gli ambienti moderati, come uffici o spazi commerciali, si fa riferimento principalmente alla norma UNI EN ISO 7730, mentre per gli ambienti severi caldi (come fonderie o ambienti industriali con forte irraggiamento termico) si applicano le norme UNI EN ISO 7243 e UNI EN ISO 7933.

La relazione microclimatica deve contenere una descrizione dettagliata della metodologia utilizzata, i risultati delle misurazioni e l'interpretazione dei dati raccolti. Particolare attenzione va posta all'individuazione delle misure preventive e correttive necessarie per migliorare le condizioni microclimatiche dell'ambiente di lavoro. La valutazione non è solo un adempimento formale, ma uno strumento concreto per garantire condizioni di lavoro sicure e confortevoli, contribuendo così al benessere dei lavoratori e all'efficienza produttiva dell'azienda.

Comfort microclimatico: parametri e normative di riferimento

Negli ambienti di lavoro moderati, come uffici, negozi o aule formative, la valutazione del comfort microclimatico assume un'importanza fondamentale per garantire il benessere dei lavoratori. In questi contesti, l'obiettivo della relazione microclimatica non è tanto identificare un rischio diretto per la salute, quanto piuttosto determinare il livello di comfort o disagio termo-igrometrico percepito dalle persone che vi operano.

La normativa di riferimento principale per questi ambienti è la UNI EN ISO 7730, che fornisce i metodi per prevedere la sensazione termica globale e il grado di disagio delle persone esposte a determinati ambienti termici moderati. Questa norma si basa sul calcolo di indici specifici che quantificano la percezione termica e il livello di insoddisfazione:

  • PMV (Predicted Mean Vote) - Voto medio previsto: esprime la sensazione termica media su una scala da -3 (molto freddo) a +3 (molto caldo), con lo 0 che rappresenta la neutralità termica
  • PPD (Predicted Percentage of Dissatisfied) - Percentuale prevista di insoddisfatti: indica la percentuale di persone che probabilmente si dichiarerà insoddisfatta dell'ambiente termico
  • DR (Draught Rate) - Tasso di corrente d'aria: valuta il disagio locale causato dalle correnti d'aria
  • PD (Percentage Dissatisfied) - Percentuale di insoddisfatti per asimmetria radiante, differenza verticale di temperatura o pavimento troppo caldo o freddo

Per calcolare questi indici, è necessario misurare sei parametri specifici che influenzano il comfort termico. Quattro di questi sono parametri ambientali: temperatura dell'aria, temperatura media radiante, pressione parziale di vapore e velocità dell'aria. Gli altri due sono parametri individuali: attività metabolica (misurata in met) e isolamento termico del vestiario (misurato in clo).

La valutazione del comfort microclimatico non si limita alla semplice misurazione della temperatura ambientale, ma considera l'interazione complessa tra tutti questi fattori. Un ambiente con temperatura apparentemente ideale potrebbe risultare sgradevole a causa di un'elevata umidità relativa o di correnti d'aria fastidiose. La relazione microclima deve quindi analizzare in modo sistematico tutti questi elementi per fornire un quadro completo delle condizioni ambientali e suggerire eventuali interventi migliorativi.

I risultati della valutazione consentono di classificare l'ambiente secondo categorie di comfort (A, B o C) e di identificare le misure correttive più appropriate per migliorare le condizioni microclimatiche, contribuendo così a creare spazi di lavoro più confortevoli e produttivi.

Valutazione dello stress termico negli ambienti di lavoro severi

Negli ambienti di lavoro classificati come "severi caldi", la valutazione del rischio microclima assume una rilevanza cruciale, poiché le condizioni termiche estreme possono rappresentare un vero e proprio pericolo per la salute dei lavoratori. Questi ambienti, tipicamente presenti in settori come la metallurgia, la vetreria, l'industria ceramica o le attività all'aperto in condizioni climatiche estreme, richiedono un approccio valutativo specifico e più approfondito rispetto agli ambienti moderati.

Per la valutazione dello stress termico in ambienti severi caldi, la normativa tecnica prevede principalmente due metodologie complementari: il metodo WBGT (Wet Bulb Globe Temperature), definito dalla norma UNI EN ISO 7243, e il metodo PHS (Predicted Heat Strain), descritto nella norma UNI EN ISO 7933. Entrambi consentono di quantificare il livello di stress termico a cui sono sottoposti i lavoratori, ma con differenti gradi di complessità e accuratezza.

Il metodo WBGT si basa sulla misurazione di tre parametri fondamentali: la temperatura a bulbo umido naturalmente ventilato, la temperatura a bulbo nero (che considera l'effetto dell'irraggiamento termico) e la temperatura dell'aria. Questi valori vengono combinati in un indice sintetico che, confrontato con valori limite stabiliti in base al metabolismo energetico dell'attività svolta, permette di determinare rapidamente il livello di rischio. Sebbene sia relativamente semplice da applicare, questo metodo presenta alcune limitazioni, soprattutto in condizioni di elevata umidità o bassa velocità dell'aria.

Il metodo PHS, più sofisticato e accurato, consente una valutazione più precisa dello stress termico. Questo modello analitico considera gli stessi parametri ambientali e individuali utilizzati per la valutazione del comfort, ma li elabora attraverso un algoritmo complesso che simula gli scambi termici tra il corpo umano e l'ambiente. Il risultato più significativo è la determinazione di due tempi limite fondamentali: il Dlim-tre, ovvero il tempo dopo il quale la temperatura corporea interna raggiunge il valore limite considerato pericoloso, e il Dlimloss95, che indica il tempo dopo il quale la perdita di liquidi corporei supera la soglia di sicurezza.

La relazione microclimatica per ambienti severi deve necessariamente includere una valutazione dettagliata basata su uno o entrambi questi metodi, con particolare attenzione alla definizione del tempo massimo di esposizione consentito, che corrisponde al più restrittivo tra i due valori limite calcolati. Questo approccio consente di implementare efficaci misure preventive, come la rotazione del personale, l'installazione di sistemi di ventilazione o raffreddamento, o la riorganizzazione dei processi produttivi, garantendo così la protezione della salute dei lavoratori esposti a condizioni termiche estreme.

Relazione microclimatica: strumenti e tecniche di misurazione

La qualità di una relazione microclimatica dipende in larga misura dalla precisione e dall'affidabilità degli strumenti utilizzati per le misurazioni. Per ottenere dati accurati che consentano una valutazione oggettiva delle condizioni ambientali, è necessario impiegare una stazione microclimatica professionale dotata di sensori specifici per ciascun parametro rilevante.

Il principale strumento utilizzato per la valutazione del rischio microclima è la centralina microclimatica, un dispositivo che integra diversi sensori calibrati secondo standard internazionali. Questa apparecchiatura permette di rilevare simultaneamente tutti i parametri ambientali necessari: temperatura dell'aria, umidità relativa, velocità dell'aria e temperatura radiante. In base alla tipologia di ambiente da analizzare (moderato o severo), la centralina viene equipaggiata con sonde specifiche.

Per gli ambienti moderati, dove l'obiettivo è valutare il comfort termico, vengono utilizzati sensori che misurano i parametri secondo quanto previsto dalla norma UNI EN ISO 7730. Questi includono termometri per la temperatura a bulbo secco, sensori di umidità relativa, anemometri a filo caldo per la velocità dell'aria e termometri a globo per la temperatura media radiante. I dati raccolti permettono di calcolare gli indici PMV e PPD, fornendo un'indicazione quantitativa del livello di comfort percepito.

Negli ambienti severi caldi, la strumentazione si arricchisce di sensori specifici per il calcolo dell'indice WBGT, come il termometro a bulbo umido naturalmente ventilato e il termometro a globo nero per la misurazione dell'irraggiamento termico. Per applicazioni particolarmente critiche, possono essere impiegati anche manichini termici strumentati che simulano gli scambi di calore del corpo umano con l'ambiente circostante.

Le tecniche di misurazione seguono protocolli standardizzati che definiscono il posizionamento delle sonde, la durata delle rilevazioni e le altezze di misurazione rispetto al pavimento. Tipicamente, le misurazioni vengono effettuate a diverse altezze (caviglie, addome e testa) per valutare eventuali stratificazioni verticali della temperatura. La durata delle misurazioni deve essere sufficientemente lunga da registrare eventuali fluttuazioni significative dei parametri ambientali durante il ciclo lavorativo.

I dati raccolti vengono poi elaborati mediante software specifici che applicano gli algoritmi previsti dalle normative tecniche, generando report dettagliati che costituiscono la base della relazione microclimatica. Questa elaborazione consente di interpretare correttamente i risultati e di formulare raccomandazioni efficaci per migliorare le condizioni microclimatiche negli ambienti di lavoro, contribuendo così alla tutela della salute e al benessere dei lavoratori.

Il valore strategico di una corretta valutazione microclimatica

La relazione microclimatica rappresenta molto più di un semplice adempimento normativo: è uno strumento strategico per garantire ambienti di lavoro salubri e produttivi. Una valutazione accurata del rischio microclima permette di identificare potenziali criticità e implementare soluzioni efficaci, migliorando sia il benessere dei lavoratori che l'efficienza aziendale. Le aziende che investono in questo aspetto registrano minori tassi di assenteismo, maggiore soddisfazione del personale e migliori performance produttive.

Xforma supporta le aziende di Portogruaro e dintorni nell'adempimento degli obblighi normativi relativi alla sicurezza sul lavoro, offrendo consulenza specializzata per la valutazione del rischio microclima. I nostri esperti utilizzano strumentazioni all'avanguardia e metodologie conformi alle più recenti normative tecniche per garantire valutazioni accurate e complete.

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